La mano delle artiste vol.1 Frida Kahlo
Oggi 8 marzo 2020 in occasione della “Festa della donna” avevamo in programma un approfondimento sulle donne artiste intitolato"La Mano delle Artiste", ve lo riproponiamo qui!Il primo appuntamento virtuale alla scoperta delle donne artiste è dedicato a Frida Kahlo, pittrice messicana del secolo scorso la cui opera è un’intima traduzione della propria vicenda biografica, sospesa tra dolore e passione.
L’artista descriveva i suoi dipinti come “la cosa più sincera che io potessi fare per esprimere ciò che sentivo dentro e fuori di me”.
La storia personale di Frida è caratterizzata da due eventi significativi riguardo ai quali lei stessa afferma:
“ho subito due gravi incidenti nella mia vita. Il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego (Rivera)”.
La pittrice fu infatti vittima di un terribile incidente: l’autobus su cui viaggiava per tornare dall’università si scontrò con un tram diverse persone morirono sul colpo, lei rimase gravemente ferita al punto che i medici non le garantirono la sopravvivenza. Dopo un mese di ospedale e tre mesi trascorsi a letto seguì una lunga convalescenza durante la quale, costretta all’immobilità da busti e gessi, per vincere la noia e il dolore, cominciò a dipingere: “ritenevo d’avere abbastanza energia per fare qualcos’altro che non fosse studiare per diventare medico. Senza darvi troppa importanza cominciai a dipingere”.
Parlarvi di Frida e degli esordi della sua carriera pittorica in questo momento contingente è tutto fuorché casuale infatti, come lei viveva le forti limitazioni di movimento a causa delle fratture riportate nell’incidente che la costringevano a letto prima e in carrozzina poi, anche noi in queste settimane siamo limitati negli spostamenti per cause di forza maggiore: ci viene chiesto di stare a casa e di modificare le nostre abitudini e per aiutarci a farlo gli psicologi ci dicono di “trasformare la crisi in opportunità”.
Per Frida accadde proprio così: quel momento traumatico e doloroso divenne il momento della riscoperta dell’amore per la vita nonché il momento dell’inizio della sua carriera artistica.
L’opera di Frida ruota attorno a sé stessa, gli autoritratti sono i grandi protagonisti della sua arte, sono espressione della sua identità, ella affermava: “dipingo me stessa perché trascorro molto tempo da sola e perché sono il soggetto che meglio conosco”. L’artista si ritrae enfatizzando il particolare delle folte sopracciglia unite a nido di rondine che ne diventano il tratto distintivo, ama anche molto inserire negli autoritratti elementi legati alla cultura messicana o animali della fauna locale. L’espressione del volto dell’artista è fissa e imperturbabile ma gli altri elementi che danno forma alla composizione consentono di cogliere l’aspetto più emotivo sotteso alla rappresentazione, lo stato d’animo della pittrice. E’ il caso per esempio del Ritratto con collana di spine del 1940 dove l’elemento straniante della collana di spine allude al dolore dato dalla fine della relazione con Diego Rivera, il famoso “ secondo incidente di cui Frida parla.
Diego Rivera è un affermato artista messicano di 21 anni più vecchio di Frida, i due si incontrano nel 1928 e il 21 agosto 1929 si sposano.
Frida Kahlo e Diego Rivera 1931: Frida ritrae sé stessa e Diego il giorno delle nozze enfatizzando la differenza di altezza esistente tra loro, lei indossa abiti i cui colori compongono quelli della bandiera messicana e la gonna è rigorosamente lunga per nascondere la gamba destra più corta e magra per gli esiti della poliomelite che l’aveva colpita a sei anni.
L’amore tra i due artisti è passionale e Frida rimane incinta ma i postumi del grave incidente subito anni prima determinano l’interruzione spontanea della gravidanza. Frida rielabora l’evento drammatico ancora una volta attraverso la sua opera Henry Ford Hospital o Il Letto volante del 1932 dove si ritrae nuda sdraiata su un letto d’ospedale collocato nel desolato paesaggio industriale di Detroit.
Seguono altri drammi nella vita di Frida come la separazione da Diego (con cui però si risposa nel dicembre del 1940) e l’aggravamento delle sue condizioni di salute per i postumi dell’incidente che l’artista racconta nei suoi quadri con immagini forti in grado di esplicitare l’intensità del dolore fisico che la colpisce. Nel 1950 dopo sette operazioni alla colonna vertebrale e nove mesi di ospedali è costretta in sedia a rotelle e trascorre la maggior parte del tempo in casa dipingendo nature morte e pochi autoritratti. Dal 1951 in poi non lavora più a causa dei forti dolori. Nel 1954 muore di polmonite nella sua casa azzurra.
Per questa giornata speciale un caro augurio a tutte le donne che ci seguono...
perché, come Frida, possiamo trasformare in bellezza le difficoltà e gli ostacoli che ci si presentano dinanzi...
“Non sono malata. Sono rotta. Ma sono felice, fintanto che potrò dipingere”
Frida Kahlo