Il Romanticismo in mostra a Milano
Volti, luoghi e storie dell’Italia moderna, fino al 17 marzo alle Gallerie d'Italia di Piazza Scala e al Museo Poldi Pezzoli.Romanticismo. Questo termine evoca in noi immagini legate all'amore, alla dolcezza, alla tenerezza tra innamorati.
Ma nel XIX secolo, Romanticismo era un concetto molto più ampio, che coinvolgeva per intero la dimensione dell'interiorità dell'individuo e in particolare dell'artista. Il secolo dei Lumi, col suo razionalismo, aveva chiuso la porta alla dimensione soggettiva, imponendo un gusto basato sull'applicazione di rigidi canoni e dominato dall'Accademismo, che di fatto diffondeva uno stile impersonale e standardizzato. Contro questa tendenza, gli artisti romantici rivendicano il diritto di dare voce alla propria dimensione interiore, non escludendo ma anzi rendendo protagoniste delle opere le passioni più viscerali: l'amore, certo, ma anche la paura, la meraviglia, e tutto quello che si agita nell'animo umano.
Veicoli preferenziali di questa espressione furono la pittura (per le arti figurative), la letteratura e la musica, arti meno legate alla "materia" e più vicine al concetto astratto di sentimento.
Tre furono i grandi protagonisti del Romanticismo italiano, negli ambiti sopra indicati: Francesco Hayez, Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi. Furono loro, più di tutti gli altri a farsi interpreti di questa temperie culturale e a dare voce attraverso le loro opere al sentimento di tutto un popolo, quello italiano, che negli anni del Risorgimento lottava per affermare la propria identità riscattandosi da secoli di imposizioni provenienti dagli stranieri.
Per quel che riguarda le arti figurative, si assiste in questo periodo ad un rinnovamento dei generi tradizionali (paesaggio, storia, ritratto) e a un deciso riscatto di altri finora considerati minori, come la pittura di genere e la veduta urbana. Il paesaggio diventa lo specchio delle emozioni dell'artista, che di fronte alla grandezza della natura percepisce quella sorta di "delightful horror" (o Sublime, come fu definito in area tedesca) che respinge ed attrae contemporaneamente; il ritratto invece non è più lo status symbol di una classe sociale, non rappresenta la posizione dell'effigiato nella società, ma ne racconta la dimensione privata, famigliare, il carattere. La pittura di genere invece mette al centro gli ultimi, i miseri, che come ne "I Promessi Sposi" diventano protagonisti assoluti dell'opera, eroi comuni e moderni in cui chiunque si può immedesimare. La pittura di storia poi, diventa metafora del tempo presente proponendo immagini eroiche del tempo medievale in cui si celavano - non troppo sottintesi - i riferimenti agli ideali risorgimentali.
Anche la scultura partecipa di questo rinnovamento: pur mantenendo pulitezza e precisione formale, le opere lasciano emergere sentimenti forti di ribellione (come lo Spartaco di Vela) o profonde emozioni legate alle vicende personali dei committenti (come La Fiducia in Dio di Bartolini).
Tutto questo è mirabilmente illustrato nella mostra in corso alle Gallerie d'Italia: un'esposizione ricca e dettagliata, che affianca le opere dei Romantici italiani (Hayez, Vela, Bartolini, Molteni, Inganni..) a quelle dei colleghi stranieri, come Friedrich, Turner, Corot in un percorso che lascia il visitatore soddisfatto e appagato da tante bellezze...comprese quelle del palazzo in cui ci si trova, indubbiamente uno dei più belli di Milano, degna cornice ad esposizioni di questo calibro!
Visita la mostra alle Gallerie d'Italia con noi!