Bergamo, Brescia e il Rinascimento che non ti aspetti
domenica 19 dicembre 2021

Bergamo, Brescia e il Rinascimento che non ti aspetti

La mostra di Natale a Palazzo Marino

Cosa si trova a Milano a Natale sotto l'albero? Ma ovvio, la mostra a Palazzo Marino! Ogni anno i milanesi (e non!) diligentemente si mettono in coda, ammirando la facciata della Scala, tra gli alberi delle grandi griffe e i passanti affaccendati, in attesa di entrare nella Sala Alessi per gustarsi un capolavoro scelto per loro e per giunta gratuitamente. Quest'anno il regalo è ancora più gradito, visto che di capolavori ce ne sono ben quattro, un vero e proprio focus sul Rinascimento tra Bergamo e Brescia curato da Simone Facchinetti e Francesco Frangi

Una piccola, curatissima mostra che vuole accompagnarci in una stagione artistica nota ai più per le grandi star del Cinquecento fiorentino o veneziano, e meno per le vicende lombarde dei nostri quattro pittori: Giovan Battista Moroni, bergamasco, i bresciani Alessandro Bonvicino detto il Moretto e Giovan Girolamo Savoldo, e il veneziano ma bergamasco d'adozione Lorenzo Lotto. Ma le mostre servono anche a questo: a raccontarci storie che non conosciamo.

Subito all'ingresso ci accolgono le frasi del grande storico dell'arte Roberto Longhi, che già nel 1911 identificava le radici del naturalismo di Caravaggio non tanto "nell'arte dei Veneziani" ma in una "forte corrente naturalistica che permea tutto il territorio Lombardo-Veneto per due terzi del secolo XVI". E proprio a questo territorio, sotto il leone alato della Serenissima, che Bergamo e Brescia vivono una grande stagione dell'arte: vicine quanto basta a Milano e Venezia per subirne gli influssi, distanti quanto basta per sviluppare un linguaggio autonomo e originale che emerge nelle opere in mostra.

Prima incontriamo Lotto, con lo splendido Sposalizio mistico di Santa Caterina d'Alessandria dell'Accademia Carrara di Bergamo: opera del 1523, alla fine dei suoi anni felici a Bergamo, dalla composizione curiosa, quasi schiacciata, in un ambiente domestico di cui riconosciamo arredi, tappeti, una finestra (da cui un tempo si ammirava un paesaggio, poi rubato, chissà, da un soldato francese già nel 1500!); i colori sono sgargianti e accostati brillantemente, lo sguardo viene catturato dall'intreccio di mani al centro, ma anche e soprattutto dall'insolito personaggio inginocchiato dietro la Madonna, il committente Nicolò Bonghi (Lotto realizza l'opera per saldare un anno di affitto di casa e bottega, dovuti proprio al Bonghi). Lotto qui si conferma incredibile ritrattista e accanto ai volti ideali della Santa, della Madonna e dell'Angelo, il committente spicca per il suo grande realismo.

Accanto troviamo la Pala Rovelli, unanimemente considerata un capolavoro di Moretto che in pochi anni era diventato il pittore più ricercato di Brescia: le sue composizioni sono equilibrate, pacate, attente ai dettagli e alla resa della figura umana oltre che agli effetti di luce. Moretto conosce bene Lotto, il quale gli indirizza una lettera nel 1528 apostrofandolo come "molto carissimo suo Honorato meser Alexandre Moreto pittore excellentissimo". La pala viene dalle collezioni della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia ed è stata commissionata nel 1539 da un maestro di scuola, Galeazzo Rovelli, che non compare in prima persona ma di cui vediamo gli allievi presentati da San Nicola da Bari alla Madonna in trono col Bambino. In una costruzione giocata sulla diagonale, insolita ma studiata, leggiamo il naturalismo nel viso del Santo, nei gesti infantili degli allievi (uno ci sta guardando come in cerca di approvazione) e in quello tenero del Bambino che accarezza la guancia della madre; infine, non possiamo non notare il tempo che passa e modifica le architetture, che appaiono scrostate, usurate, ricoperte da una vegetazione che tenacemente si fa strada fra le pietre.

La mostra continua con l'opera del Savoldo, la più in linea con il periodo natalizio, un'Adorazione dei Pastori, sempre dalla Tosio Martinengo di Brescia, dal tono allo stesso tempo lirico e domestico: lirico e sognante nel tocco soprannaturale dell'angelo che squarcia con la luce un cielo plumbeo; domestico e quotidiano nelle pose dei pastori, che si affacciano alle assi della capannuccia, e nelle fisionomie quasi contadine della Madonne e di San Giuseppe. Il tutto viene però nobilitato dalla tecnica raffinata e dal sapiente uso delle luci e del chiaroscuro. Poco sappiamo degli anni giovanili e della vecchiaia di Savoldo, ma vive e lavora principalmente a Venezia, pur non dimenticando mai, come si nota in questa Adorazione, le sue radici immerse nel naturalismo lombardo.

Infine lo stesso tema iconografico di Lotto lo ritroviamo nell'opera di Giovan Battista Moroni del 1550, la Madonna col Bambino e i santi Caterina d'Alessandria, Francesco e l’offerente, una delle prime prove di una composizione che diventerà caratteristica del pittore. Qui le nozze sono già avvenute, Caterina mette in mostra l'anello e riceve un fiore (una rosa, legata al martirio) dal Bambino, amorevolmente trattenuto dalla madre su un cuscino dorato. Dietro, San Francesco regge un'esile croce. Una balaustra separa il mondo celeste da quello terreno, di cui fa parte il donatore, tipico di Moroni, in ginocchio e quasi di spalle, in posizione orante e ritratto con grande attenzione al vero. Moroni, che di Moretto fu allievo, è anche il miglior ritrattista bergamasco del Cinquecento, grazie alla sua innata capacità di cogliere non solo l'aspetto fisico, in modo veritiero e verosimile, ma anche l'aspetto psicologico e intimo del committente.

I dipinti a Palazzo Marino sono quindi uniti dal filo del naturalismo lombardo, con scene mai auliche e ideali, ma sempre profondamente terrene che anticipano i temi caravaggeschi del vero, della luce, della dimensione umana.

All'uscita, non perdetevi il breve video con le voci di sindaci, storici dell'arte e dei curatori e le bellissime immagini delle città protagoniste. Il Rinascimento di cui si parla infatti non è solo quello pittorico, ma anche quello contemporaneo di due città, Bergamo e Brescia, che hanno saputo risollevarsi dalla comune tragedia della pandemia che le ha duramente colpite e che in uno slancio di fiducia si avviano a diventare, insieme, Capitale Italiana della Cultura 2023. Il viaggio è già iniziato e passa anche da questa piccola, strepitosa mostra.


Per info:

Il Rinascimento di Bergamo e Brescia. Lotto, Moretto, Savoldo, Moroni

a cura di Francesco Frangi e Simone Facchinetti

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