Giardini Reali: le curiosità
venerdì 11 ottobre 2019

Giardini Reali: le curiosità

I Giardini Reali sono un angolo meraviglioso della città, che meritano di essere conosciuti per la loro bella storia.

In collaborazione con Monza Reale, pubblichiamo anche qui l'articolo scritto per il loro blog!


La Villa di Monza viene fondata nel 1777, su commissione dell'Arciduca Ferdinando d'Asburgo desideroso di avere una spettacolare residenza estiva nei pressi di Milano. La località di Monza sembrava proprio fare al caso suo, con i grandi boschi e i corsi d'acqua che garantivano il fresco della villeggiatura, le ville nobiliari già costruite nei dintorni (il Mirabello e il Mirabellino della famiglia Durini in particolare) e naturalmente la presenza in città del simbolo del potere per eccellenza, la Corona Ferrea.

Giuseppe Piermarini, architetto di corte, fu quindi incaricato di redigere il progetto del grande palazzo e, contemporaneamente, anche dei quaranta ettari di giardini che lo circondavano.

L'area sud dei giardini fu progettata "all'italiana" con aiuole, fontane, statue disposte con rigore geometrico e armonia. Alle spalle della villa, Piermarini dispose la realizzazione di uno spettacolare cannocchiale prospettico, con un grande spazio aperto a prato affiancato da due ali di alberi ad alto fusto che guidavano lo sguardo dell'osservatore verso le montagne. Questa prospettiva proseguiva attraversando il palazzo, le porte finestre del salone da ballo e il foyer, dove l'ingombro dello scalone era stato spostato di lato perché la linea ideale potesse spingersi anche oltre, verso la corte d'onore e il viale che conduceva a Milano, la sede del potere di Ferdinando. Nel cannocchiale prospettico c'era però anche un omaggio alla madre di Ferdinando,l'imperatrice Maria Teresa d'Austria (che di fatto aveva fornito i fondi per la costruzione della reggia): andando con lo sguardo oltre le montagne, la linea arrivava fino al cuore dell'Impero, Vienna!

Ciò che più era risultato originale all'epoca fu però la scelta di introdurre nel lato nord dei giardini una nuova forma paesaggistica, che di lì a poco sarebbe diventata di grande moda: i primi giardini all'inglese. 

Loro tipica caratteristica era quella di riprodurre in modo artificiale il paesaggio naturale del luogo: via libera quindi a vegetazione rigogliosa, colline e sentieri, dove c'era ben poco di naturale e molto di costruito per creare "architetture vegetali" di grande effetto scenografico nel periodo delle fioriture e del foliage.

Il laghetto era uno scenario tipico di questi giardini; quello di Monza, alimentato al tempo dalle acque del Lambro, era profondo circa due metri e navigabile. Le gite in barca partivano da un imbarcadero strutturato come una pagoda orientale e seguivano il profilo del lago tra isolotti e grotte. Particolare era il tempietto, utilizzato come saletta da caffè, e la grotta, nascosta in un'insenatura, dove erano state collocate le sculture di due cavalli marini e la personificazione del fiume Lambro. Le statue sbucavano all'improvviso agli occhi dei gitanti e spesso le damigelle rimanevano sorprese e spaventate dalla loro apparizione: fortunatamente c'era sempre qualche cavaliere pronto a rassicurarle....! 

Con il passaggio di proprietà ai francesi e la codificazione della moda romantica, i giardini vengono arricchiti da nuovi elementi: l'imbarcadero piermariniano viene sacrificato per lasciare spazio al giardino roccioso, ricco di cascate e vasche di raccolta per l'acqua; appaiono inoltre la caverna detta "antro di Polifemo" (oggi non più esistente) e la torretta neogotica con i finti resti di mura medievali. Il nuovo architetto, Luigi Canonica, aveva perfettamente recepito la lezione dell'epoca e nel progettare i nuovi scenari aveva cercato ispirazione nell'era medievale. L'edificio, decorato con un fregio in cotto che ne ricorda la funzione di base per le battute di caccia, presenta ancora oggi in bella vista gli antichi simboli medievali della città: il biscione visconteo, la luna rossa e la Corona Ferrea con la Croce del Regno, mentre sulla torretta svetta il simbolo di Casa Savoia. All'epoca di Umberto e Margherita dobbiamo immaginare che questi giardini fossero ricchissimi di giochi d'acqua, scenari e luoghi d'interesse ormai purtroppo persi, dopo decenni di trascuratezza in seguito all'abbandono dei reali. Un piccolo eco della presenza della Regina a passeggio in questi prati è percepibile nell'opera ora esposta negli Appartamenti Reali della Reggia: firmata dall'artista Clelia Grafigna e realizzata negli ultimi anni del XIX secolo, raffigura Margherita nei giardini accompagnata da una dama e alcune bambine che offrono bouquet di fiori. Aguzzate bene la vista, e vi accorgerete che non si tratta di un dipinto bensì di un'opera polimaterica, ad esempio: i prati sono in muschio, gli abiti in seta, le architetture in sughero, le margherite della cornice sono fuori essiccati e in stoffa. Una imperdibile chicca, esposta per la prima volta al pubblico e ancora per qualche settimana visibile qui a Monza.

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