5 cose da vedere a Sulbiate
Un tuffo nella storia alla scoperta di castelli medievali, chiesette romaniche, case da nobili, tele seicentesche e testimonianze di archeologia industriale in quel di Sülbiàa.Testi e foto di Alice Sarchielli
Sempre alla ricerca della bellezza del nostro territorio, noi guide di ArtU non ci siamo fermate. Eccoci qui, a proporvi il nuovo itinerario fuori porta a Sulbiate, piccolo paese con tanto da raccontare per chi sa fermarsi e guardare.
Vi proponiamo una passeggiata tra arte e storia in 5 tappe che corrono lungo tutto il paesino!
1. ORATORIO DI SANT’AMBROGIO
Risalente al secolo XI, il piccolo oratorio era parte di un una costruzione più ampia inserita nel monastero di benedettine dedicato a Sant'Ambrogio, che conobbe vita autonoma sino alla fine del XV secolo.
A seguito della soppressione dell’ordine, caseggiati e terre vennero inglobati nel patrimonio del monastero di Santa Margherita di Milano. Dopo diversi passaggi di proprietà, la chiesa rimase in uno stato di completo abbandono fino al 1933, quando venne restaurata e resa agibile dal parroco don Pietro Mandelli.
Osservandole dall’esterno, la piccola chiesetta è una delle più importanti testimonianze dell’architettura romanica nel nostro territorio. Le pareti laterali, costituite da materiali poveri, sono rafforzate da quattro poderosi contrafforti in serizzo. Dello stesso materiale è l'abside, che si conclude con una cornice di archetti poggianti su mensoline diversamente ornate. Interamente in laterizi è la torre campanaria del XIV secolo, che si erge dal centro della chiesa.
Girando intorno alla costruziione, si nota una piccola scultura molto curiosa sul contrafforte di destra: raffigura un grifone (Gesù) che serra e morde una serpe (il male) liberando una colomba (l'anima umana) verso Dio. Non se ne consce tuttora la funzione, molto probabilmente è da intendersi come materiali di reimpiego nella costruzione dell’oratorio.
Se si è fortunati e si trova la chiesa aperta, si possono ammirare anche gli affreschi medievali conservati al suo interno di diverse epoche comprese fra il XIII e il XV secolo, tutti opera di autori ignoti.
2. CASTELLO LAMPUGNANI
Un tipico esempio dei castelli di pianura e anticamente cinto da fossato, fu costruito nel 1452 dal mercante milanese Paolo Lampugnani e ampliato poi in epoche successive.
Originariamente al castello si accedeva attraverso un unico ingresso dotato di ponte levatoio, la cui forcella e le fenditure della trave sono tuttora visibili nella facciata ovest che da sulla piazza antistante.
Come ogni castello degno di nota, è munito di due torri. Tuttavia, l'altezza della torre di nord-est doveva maggiore. Fu “decapitata” a segno di un’onta di cui si era macchiata la famiglia. Secondo la tradizione, infatti, fu parzialmente demolita poiché tra i congiurati che uccisero il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza nel 1476, vi era proprio un Lampugnani.
L'interno è suddiviso in due corti comunicanti tra loro, una più piccola e una più grande che un tempo dovevano essere completamente decorate a affresco di cui restano delle tracce. Nella pavimentazione si conserva ancora la bocca dell'antica cisterna. Nel salone d’onore che da sul lato nord del cortile, si conservano alcuni credi e decorazioni a affresco. Tra questi spicca lo stemma degli Arcimboldi, importante famiglia del patriziato milanese, a forma di cappa trapezoidale, sovrastato da un elmo con pennacchi, dipinto sopra il camino nel salone d’onore.
3. CASA DA NOBILE
La cosiddetta Casa da Nobile è un antico fabbricato ubicato in prossimità dell'incrocio tra le attuali vie Don Mario Ciceri e Trento, frutto di ampliamenti operati in epoche diverse, appartenuto alla famiglia degli Scaccabarozzi prima e Arcimboldi poi.
Il termine “casa da nobile” deriva dal nome con cui questo edificio è chiamato nei documenti d’archivio. Si trattava di una casa munita di torre edificata tra il XII e il XIII secolo, come proverebbero alcuni elementi della tessitura muraria, tipici di quell’epoca.
Della struttura originale del XV e XVI secolo del fabbricato è visibile ancora l’antico porticato esterno ad archi consecutivi, con i resti delle colonne in strizzo che in passato costituivano il loggiato di cui si scorgono tracce di piccoli affreschi in corrispondenza dei capitelli.
4. SACRA FAMIGLIA DEL LEGNANINO
Nella chiesa parrocchiale Sant'Antonino Martire risalente al 1783, anche se cenni a un'antica chiesa
con stessa titolazione risalgono al XII secolo, si conservano pregevoli dipinti su tela che ornano l’interno.
Merita particolare attenzione La Madonna del Suffragio del celebre Stefano Maria Legnani detto «Il Legnanino», realizzata alla fine del XVII secolo, il cui disegno preparatorio di questo dipinto è conservato all’Ambrosiana.
Nella composizione del dipinto la Vergine e l’angelo, proteso a destra che fa da collegamento tra le anime purganti e la sacra famiglia, sono figure tipiche di Legnani. In quest’opera si possono osservare tutti i caratteri della poetica del Legnanino: l’impianto piramidale della composizione, la grazia sorridente dei personaggi, i panneggi, il colorito leggero, il chiaroscuro sfumato e morbido e il tipico color azzurro del manto della Vergine.
5. EX FILANDA
Testimonianza di archeologia industriale, la Ex Filanda fu edificata nel 1923 come sede della «Società Anonima Setificio di Sulbiate Brianza».
Nell'atto costitutivo, si specifica che lo stabilimento per la filatura della seta era dotato di ben ottanta bacinelle pienamente funzionanti. La filanda di via Manzoni fu, dunque, la prima rilevante realtà industriale per Sulbiate. Contribuì in modo rilevante al superamento della povera economia agricola locale sino al periodo della seconda guerra mondiale.
Dopo essere stata lasciata in stato di abbandono per lungo tempo, è stata riqualificata grazie a un’opera di restauro mantenendo il suo aspetto originale decisamente suggestivo: un corpo di fabbrica rettangolare con ampie finestre ad arco sulle pareti nord e sud e con un sottogronda a fascia decorato e dipinto.
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